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Territorio e Ambiente

Monti e Valli

Sopra Bianzone si aprono due valli, quella di Boalzo al confine con Teglio sotto il pizzo Combolo (2900 m) e il pizzo Cancano (2436 m) a occidente e la valle di Bianzone sulla destra, sotto il colle di Anzana (2302 m) e la vetta o dosso Salarsa (2279 m), che separano la Valtellina dalla val Saiento, sopra Campascio e Zalende, in val Poschiavo (Svizzera).
La cima più alta è il monte Cancano(2436 m s.l.m.). Altre cime sono: il Tombolino, il Corno, la Pala, l'Elica, il Dosso della Croce, il Monte Crostone, la Vetta Salarsa.

al Dosso della Croce
al Dosso della Croce


Il passo del Colle di Anzana è a 2224 metri e da lì si accede al confine svizzero. Il passo è stato spesso sfruttato nella seconda guerra mondiale per l’espatrio di molti Ebrei che rischiavano di essere catturati ed inviati ai campi di concentramento.

al laghetto della Regina oltre il Colle, al di là del confine
al laghetto della Regina oltre il Colle, al di là del confine
 

Il torrente Valle


II territorio di Bianzone è attraversato da nord a sud dal torrente Valle, che nasce a nord-ovest di Campione, in tre località chiamate: Corna, Acquetta (Lapide), Fontanaccio.
Al torrente arrivano dalla sponda destra le valli (valgelli): Val Fosca, Val del Dosso Magre', Val Fontana del Larice, Val Morelli, Val delle Gande, Val Marcia, Val Dosserello.
Dalla sponda sinistra arrivano la Val dei Cani e la Val delle Pière.

Bianzone       Bianzone

Il torrente Valle, presso la chiesa della Madonna del Piano, passa sotto il ponte della Statale 38 e poi sotto la ferrovia, per gettarsi infine nella roggia che, proveniente dal Poschiavino, attraversa Villa, percorre il piano di Bianzone e si getta nell'Adda presso la Palazzetta. Con le sue alluvioni, nel corso degli anni, il torrente Valle ha rappresentato spesso una minaccia per il paese.

Infatti nel corso dell'Ottocento e nei primi del Novecento sono stati parecchi gli straripamenti dei corsi d'acqua che scendevano dalle valli di Boalzo e di Bianzone, al punto che furono spesso costituiti dei consorzi di bonifica.

Un'alluvione è ricordata il 14 agosto del 1870, altre sono state segnalate nel 1886 e nel 1894: tutte hanno inciso negativamente sulle coltivazioni del piano e di parte del conoide su cui si erge il paese e il territorio è stato più volte rivoluzionato dal torrente che spesso cambiava il suo percorso. Alcuni muraglioni ad est del palazzetto Besta, in prossimità della Via Valle Vecchia, lo stanno a dimostrare.
Durante le alluvioni, venne quasi sempre danneggiata la chiesa della Madonna del Piano che restò ingombra di detriti per quattro anni (dal 1870 al 1874).

I materiali di sgombro servirono poi per innalzare il livello della strada dello Stelvio che costeggiava il santuario.
Anche nel 1927, anno di allargamento della Statale e di costruzione di un nuovo ponte sul torrente Valle, le condizioni atmosferiche furono avverse e ci fu una nuova alluvione.
Il 1927, del resto, fu un anno infausto per tutta la provincia di Sondrio.
In quella occasione il popolo accorse dal paese e dalle frazioni circostanti e, formando argini con alberi abbattuti, salvò la Madonna del Piano.

Madonna del Piano prima del restauro
Madonna del Piano prima del restauro

In paese ci si rese conto che la nuova Statale sopraelevata risultava essere come una diga che tratteneva le acque e che il ponte non era sufficiente a garantire un ordinato deflusso.
Il muro di sostegno della Statale 38 era stato appoggiato ad un Iato della chiesa e ciò fu motivo di controversia tra le autorità statali e i fabbriceri che chiedevano uno spostamento di almeno tre metri per dar più luce alla facciata.
Solo molti decenni dopo, negli anni ‘80, con una variante del tracciato della strada statale, è stato possibile ricavare un ampio piazzale antistante la chiesa della Madonna del Piano che è stata restaurata, acquisendo una degna collocazione fra i monumenti di grande rilievo storico e religioso della Valtellina.

Recentemente sono stati eseguiti importanti lavori di manutenzione straordinaria del torrente Valle che riguardano tutta l’asta dello stesso dalla località Mulini (Motta) sino alla sorgente.
Mauro Castelanelli, vicesindaco di Bianzone così scrive nel bollettino comunale: “… il fatto importante è che si va a fare manutenzione nella parte alta del torrente, cosa che non avveniva dagli anni successivi all’alluvione del 1927, su opere di regimazione eseguite all’epoca con grande perizia tecnica e pratica. Si tratta di opere di ingegneria naturalista, realizzate nel pieno rispetto dell’ambiente, con utilizzo dei materiali locali, che hanno resistito per quasi un secolo a tutte le piene quando di questa scienza ancora non si parlava. Opere molto belle anche da vedere. Briglie di massi, talvolta ciclopici, arcuate verso monte, fissate lateralmente nella roccia. Immediatamente a valle di queste, quasi dappertutto, il selciatone fatto di sassi posizionati a coltello. Strutture belle, utili e resistenti che dovrebbero far riflettere sulla necessità delle orrende colate di cemento utilizzate negli anni recenti". (Vanda Cerveri)

  • Bianzone
  • Bianzone
  • Bianzone
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Foto d’epoca (prima metà del secolo scorso)
 

Clima

si può rilevare che nella fascia stabilmente abitata si determinano le condizioni per un clima estremamente favorevole alla vite e a coltivazioni agrarie di ogni tipo.

bimbi a vendemmia in località Credèè
bimbi a vendemmia in località Credèè


In particolare la terra fertile e il calore del sole hanno favorito fin dai tempi antichi la coltivazione della vite che ha avuto per secoli un ruolo importante nell’economia del paese.
Il clima però, anche a Bianzone come in tutta la valle, dal 1500 al 1800 è stato spesso molto inclemente causando lunghi periodi difficilissimi per la popolazione.V.Cerveri

Bianzone       Bianzone
 
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Approfondimento -1 inquadramento climatico (M.Curcio)

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